Caso nomine, Virginia Raggi a processo: la sentenza
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Direttore: Alessandro Plateroti

Caso nomine, assolta Virginia Raggi

VIRGINIA RAGGI

Caso nomine, Virginia Raggi a processo. L’accusa chiede dieci mesi per falso. I giudici la assolvono: il fatto non costituisce reato

ROMA – È finita l’attesa in casa Movimento Cinque Stelle con la lettura della sentenza su Virginia Raggi, a processo come imputata con l’accusa di falso per il caso Marra. Il Tribunale ha assolto la sindaca di Roma in quanto i fatti non costituiscono reato. La sindaca di Roma Virginia Raggi è stata assolta anche in Appello dopo il ricorso presentato dalla Procura.

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Caso nomine, Virginia Raggi assolta: il fatto non costituisce reato

Si è concluso con un pianto liberatorio e un grande sorriso il processo a Virginia Raggi, imputata nel caso nomine. Per la corte, il fatto contestato alla sindaca di Roma non costituisce reato.

Questa sentenza spazza via due anni di fango. Andiamo avanti a testa alta per Roma, la mia amata città, e per tutti i cittadini”, sono state le prime parole di Virginia Raggi dopo la lettura della sentenza.

Caso nomine, processo alla Raggi: l’accusa aveva chiesto dieci mesi per falso

Nel corso dell’udienza, l’accusa ha chiesto una condanna a dieci mesi per Virginia Raggi, responsabile di aver mentito alla responsabile dell’Anticorruzione del Campidoglio per evitare un’inchiesta sulla nomina di Renato Marra, che, stando all’accusa, sarebbe stata gestita dal fratello Raffaele Marra.

Stando all’accusa, Virginia Raggi sarebbe stata consapevole del fatto che la candidatura di Raffaele Marra al dipartimento del Turismo del Campidoglio sarebbe stata in qualche modo propiziata dal fratello Raffaele. La sindaca avrebbe però omesso questa cosa all’Anticorruzione del Campidoglio temendo l’apertura di un’inchiesta.

Virginia Raggi a processo: codice etico non è mai stato applicato dal M5s

Sempre in occasione dell’udienza, la sindaca di Roma Virginia Raggi ha voluto sottolineare come il codice etico per gli indagati non sia mai stato applicato . “Solo in un caso, quello del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, si arrivò alla sospensione perché non aveva comunicato la sua iscrizione nel registro degli indagati“, ha specificato la Raggi nel suo intervento.

Luigi Di Maio: il codice etico parla chiaro, lo applicheremo

A poche ore dalla lettura della sentenza, il vicepremier Luigi Di Maio ha parlato proprio dell’applicazione del codice etico del MoVimento. L’impressione è che si voglia applicarlo anche in un caso spinoso come quello che vede coinvolta la sindaca di Roma. “Il nostro codice comportamento lo conoscete e parla chiaro. Lo applicheremo“, ha sentenziato Di Maio.

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ultimo aggiornamento: 19 Dicembre 2020 14:22

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